venerdì 22 giugno 2007

PSICOBLOC

L'estate è arrivata e a tutti noi sta venendo voglia di concederci la freschezza di un tuffo in mare, ma come? semplicissimo con lo PSICOBLOC o DEEP WATER SOLO.
Avrete certamente presente il free solo, ora mettete sotto il vostro fondosciena qualche metro d'acqua ed il giocco è fatto, quando si cade si fanno tanti schizzi ma nulla più, magari la magnesite che portavate nel sacchetto sarà da buttare e le vostre scarpette non gradiranno la salsedine ma cosa importa del resto....
Appena trovato il loco adatto provvederemo a arrichire la nostra galleria fotografica per condividere con voi le emozioni suscitate in noi da questa avanguardistica disciplina.




La foto pubblicata è dimostrativa ed è stata da noi reperita presso una galleria fotografica presente nel web

HIGHLINE



Highche!! si tratta molto semplicemente di una fettuccia che viene tesa a grandi altezze sulla quale dilettarsi a camminare in equilibrio...
Magari i neofiti possono pure evitare di tenderla a 150 m nella torre llm nelle Alpi dello Strubai, potrete quindi tendere la vostra fettuccia con più tranquillità tra due robusti alberi restando a poche decine di centimetri da terra, (slackline).
Questa disciplina è nata negli anni 70 ad opera di qualche hippy
presso il camp 4, in Yosemite valley, il quale per allenarsi, oltre ai vari travi per trazioni che aveva presumibilmente sparso qua e la per il campo, decise di affinare il proprio equilibrio tendendo una corda da un albero ad un'altro e di passeggiarci sopra.






"Praticare questa disciplina comporta rischi altissimi, non è infatti sufficiente conoscere in maniera dettagliata le varie tecniche di assicurazione in parete, poichè i materiali alpinistici non sono idonei a sopportare le forze che vengono provocate dalla tensione di una fettuccia posta orizzontalmente."

giovedì 21 giugno 2007

RIC. C.RA VASEI



Voglio iniziare questo viaggio nella montagna partendo da un posto per me speciale, un posto splendido ma imensamente triste poichè custode decadente di un'annunciata tragedia...Era la notte del 9-ottobre-1963 ore 22.45 quando dal monte Toc si staccò la frana che investì la diga del vajont facendola tracimare e inghiottire centinaia di anime, case, alberi, desideri e sogni...Da quel giorno il tempo a Erto pare essersi fermato, certe ferite mai si riemargineranno.








CARTA TABACCO N°21


  • Casera vasei (m1610)





ITINERARIO:
Superata la diga del Vajont si prosegue verso la palestra di roccia dove si svolta a destra all'altezza del bar, si prosegue per qualche centinaia di metri e si parcheggia l'auto in prossimita di una sterrata con divieto d'accesso, da qua si segue il sentiero che conduce alla casera.

NOTE:
  • Acqua, non vi sono fonti lungo il sentiero.
  • Sentiero, sentiero ben segnalato, irto e con un bel panorama che spazia dalla Valle del Piave ad un promontorio roccioso (Croda Vasei) da dove è possibile ammirare tutto il panorama da Casso a San Martino. La casera purtroppo non è tenuta come merita, chi cerca qualche comfort è meglio stia a casa; chi invece desidera scoprire un posto incantevole che saprà narrare la sua triste e tragica storia, accorra pure in questo luogo.
RIC. C.RA BREGOLINA GRANDE









CARTA TABACCO 021
  • Ric. C.ra Bregolina Grande (1858 m)



ITINERARIO:
Da Cimolais si segue la strada che conduce al parco delle Dolomiti Friulane fino a raggiungere il Rif. Pordenone da qui si prosegue a piedi lungo il sentiero n°370, superata la C.ra Roncada si prosegue oltre la Forcella della Lama, poi oltre quella Savalons da dove in rapida discesa si raggiunge la casera.



NOTE:

  • Acqua, si può trovare una fonte presso la C.ra Roncada, poi lungo il percorso s'incontrano alcune cascatelle, si trova una fontana anche davanti alla C.ra Bregolina Grande ma ultimamente la stessa era in secca, ad ogni modo sarà possibile reperire la stessa in loco presso il ruscello che si trova più a valle.
  • Sentiero,è certamente uno dei più belli tra quelli trattati, notevole è il paesaggio e la fauna che si vanno ad incontrare, Marmotte e Camosci non mancheranno all'appello.
  • Da segnalare, la casera non possiede ne coperte ne matarassi ma in compenso vi è la luce elettrica fornita da un'accumulatore ad energia solare, vi sono inoltre camino, stufa e pochi atrezzi, probabilmente custoditi nella metà della casera che è chiusa al pubblico.