lunedì 31 dicembre 2007

L'utopia della montagna

"Raggiungere l'irraggiungibile"



E' forse il desiderio di vedere cosa cela l'orizzonte a spingerci a scalare, ad affrontare il vuoto, il freddo, la fatica e talvolta la fame...

C'è chi per questo è morto, chi per questo ha gioito e chi per questo ha semplicemente vissuto.

E in onore di quel brivido che ci tiene vivi che scrivo con umiltà e devozione queste poche parole,
nel tentativo forse vano d'incoronare il sublime.




di

Luca Fois

domenica 14 ottobre 2007

Climbers agli esordi...

Queste poche righe servono a dire grazie a chi, con non pochi sforzi e sacrifici ha provato a dare una svolta e un impeto di gioia trasmettendo i valori della montagna a tanti ragazzi di una piccola scuola della Sardegna, parlo della Scuola media San Domenico Savio di San Gavino Monreale e nello specifico ringrazio Aldo Serpi, un tempo assai remoto mio proffessore di educazione fisica.
E' in gran parte merito suo se oggi nella palestra della scuola è stata creata una struttura d'arrampicata sportiva e un blocco boulder, esempio presto seguito da altre scuole nell'isola.
In pochi sanno quanto questa disciplina possa essere educativa nonchè sicura, bisogna presupporre che il giovane possiede una naturale predisposizione per l'arrampicare, inoltre i ragazzi vengono responsabilizzati facendo "sicura" (insieme delle manovre che permettono all'arrampicatore in caso di volo, di rimanere assicurato alla corda del compagno) essendo quindi direttamente responsabili dell'incolumità del proprio partner, imparano a lavorare con scrupolo e oculatezza, ad ever fiducia nel proprio compagno di cordata, a lavorare in squadra, a rispettare se stessi e gli altri.
Inoltre vengono sviluppate e migliorate le carateristiche fisiche dell'individuo, quali: equilibrio, memoria psico-motoria, coordinazione, resistenza e forza fisica, scioltezza muscolare e articolare.
Ho avuto la fortuna di poter assistere personalmente questi ragazzi, e conservo indelebile il ricordo di quelle belle giornate, allenamenti, prove pratiche e teoriche, gare e saggi.
Concludo ringraziando, Aldo, Alessio, Mauro, Cinzia, Fabio, Stefano, Giorgia ecc.



venerdì 22 giugno 2007

PSICOBLOC

L'estate è arrivata e a tutti noi sta venendo voglia di concederci la freschezza di un tuffo in mare, ma come? semplicissimo con lo PSICOBLOC o DEEP WATER SOLO.
Avrete certamente presente il free solo, ora mettete sotto il vostro fondosciena qualche metro d'acqua ed il giocco è fatto, quando si cade si fanno tanti schizzi ma nulla più, magari la magnesite che portavate nel sacchetto sarà da buttare e le vostre scarpette non gradiranno la salsedine ma cosa importa del resto....
Appena trovato il loco adatto provvederemo a arrichire la nostra galleria fotografica per condividere con voi le emozioni suscitate in noi da questa avanguardistica disciplina.




La foto pubblicata è dimostrativa ed è stata da noi reperita presso una galleria fotografica presente nel web

HIGHLINE



Highche!! si tratta molto semplicemente di una fettuccia che viene tesa a grandi altezze sulla quale dilettarsi a camminare in equilibrio...
Magari i neofiti possono pure evitare di tenderla a 150 m nella torre llm nelle Alpi dello Strubai, potrete quindi tendere la vostra fettuccia con più tranquillità tra due robusti alberi restando a poche decine di centimetri da terra, (slackline).
Questa disciplina è nata negli anni 70 ad opera di qualche hippy
presso il camp 4, in Yosemite valley, il quale per allenarsi, oltre ai vari travi per trazioni che aveva presumibilmente sparso qua e la per il campo, decise di affinare il proprio equilibrio tendendo una corda da un albero ad un'altro e di passeggiarci sopra.






"Praticare questa disciplina comporta rischi altissimi, non è infatti sufficiente conoscere in maniera dettagliata le varie tecniche di assicurazione in parete, poichè i materiali alpinistici non sono idonei a sopportare le forze che vengono provocate dalla tensione di una fettuccia posta orizzontalmente."

giovedì 21 giugno 2007

RIC. C.RA VASEI



Voglio iniziare questo viaggio nella montagna partendo da un posto per me speciale, un posto splendido ma imensamente triste poichè custode decadente di un'annunciata tragedia...Era la notte del 9-ottobre-1963 ore 22.45 quando dal monte Toc si staccò la frana che investì la diga del vajont facendola tracimare e inghiottire centinaia di anime, case, alberi, desideri e sogni...Da quel giorno il tempo a Erto pare essersi fermato, certe ferite mai si riemargineranno.








CARTA TABACCO N°21


  • Casera vasei (m1610)





ITINERARIO:
Superata la diga del Vajont si prosegue verso la palestra di roccia dove si svolta a destra all'altezza del bar, si prosegue per qualche centinaia di metri e si parcheggia l'auto in prossimita di una sterrata con divieto d'accesso, da qua si segue il sentiero che conduce alla casera.

NOTE:
  • Acqua, non vi sono fonti lungo il sentiero.
  • Sentiero, sentiero ben segnalato, irto e con un bel panorama che spazia dalla Valle del Piave ad un promontorio roccioso (Croda Vasei) da dove è possibile ammirare tutto il panorama da Casso a San Martino. La casera purtroppo non è tenuta come merita, chi cerca qualche comfort è meglio stia a casa; chi invece desidera scoprire un posto incantevole che saprà narrare la sua triste e tragica storia, accorra pure in questo luogo.
RIC. C.RA BREGOLINA GRANDE









CARTA TABACCO 021
  • Ric. C.ra Bregolina Grande (1858 m)



ITINERARIO:
Da Cimolais si segue la strada che conduce al parco delle Dolomiti Friulane fino a raggiungere il Rif. Pordenone da qui si prosegue a piedi lungo il sentiero n°370, superata la C.ra Roncada si prosegue oltre la Forcella della Lama, poi oltre quella Savalons da dove in rapida discesa si raggiunge la casera.



NOTE:

  • Acqua, si può trovare una fonte presso la C.ra Roncada, poi lungo il percorso s'incontrano alcune cascatelle, si trova una fontana anche davanti alla C.ra Bregolina Grande ma ultimamente la stessa era in secca, ad ogni modo sarà possibile reperire la stessa in loco presso il ruscello che si trova più a valle.
  • Sentiero,è certamente uno dei più belli tra quelli trattati, notevole è il paesaggio e la fauna che si vanno ad incontrare, Marmotte e Camosci non mancheranno all'appello.
  • Da segnalare, la casera non possiede ne coperte ne matarassi ma in compenso vi è la luce elettrica fornita da un'accumulatore ad energia solare, vi sono inoltre camino, stufa e pochi atrezzi, probabilmente custoditi nella metà della casera che è chiusa al pubblico.

domenica 15 aprile 2007

RIFUGIO MANIAGO-BIV.BARONI


CARTA TABACCO 021



  • Rif. Maniago (m 1698)

  • Biv. Baroni (m 1732)

ITINERARIO:
Da Erto si seguono le indicazioni per il Rif. Maniago, sterrata 374, fino al parcheggio località Stei de Conte-Stei de Mela, poi si prosegue a piedi seguendo il sentiero 374, fino al Rif. Maniago, da li si segue il sentiero 382, tratto alpinistico.


NOTE:

  • Acqua,si incontrano alcuni torrenti lungo il sentiero e una fonte al Rif. Maniago.

  • Sentiero 382 mal segnato.

  • Da segnalare, nel periodo invernale il rifugio resta chiuso nella parte superiore, mentre l'atrio è adibito a locale invernale con 4 letti con materassi e coperte,vi si trova la stufa e vari attrezzi più o meno utili.Proseguendo verso il biv. Baroni in caso di pioggia è possibile bivaccare sotto una cengia “Spalla del Duranno”
.

lunedì 2 aprile 2007

RIC. C.RA FERON

CARTA TABACCO 021



  • C.ra Feron (m 992)




ITINERARIO:

  • Da Longarone, Erto, Cimolais, sentiero 901, C.ra Feron (m 992)

NOTE:

  • Acqua, fonte in prossimità della C.ra Feron

  • Sentiero, breve e ben tracciato.

  • All’interno dela casera sono presenti Camino e stufa economica.

  • Da segnalare, nei dintorni della Casera si trovano menta, ortica e lamponi.
    Casera molto bella ma piena di ghiri, per questo motivo è opportuno non lasciare il cibo inccustodito o comunque a portata dei roditori che ne farebbero un felice banchetto.

VARIANTE:

ITINERARIO:

  • Da Erto si supera la curva di San Martino dove si parcheggia poco più avanti, si procede in discesa in una strada con divieto d'accesso, per poi salire su una scala che si inerpica alla vostra sinistra. Da qui si segue il sentiero 901.

NOTE:

  • Acqua, durante i tre guadi e fontana alla Casera.
  • Sentiero, suggestivo e molto vario. Si inizia con un brevissimo tratto ferrato ( non occorre attrezzatura alpinistica), a circa metà percorso ci si trova sulla destra del canyon dove un pezzo di sentiero è franato (Prestare Attenzione).Più avanti ma stavolta sul lato sinistro si incontra un piccolo passaggio su tronchi (Prestare Attenzione).
  • Da segnalare, itinerario prevalentemente in piano.

domenica 1 aprile 2007

RIFUGIO 7°ALPINI-GUSELA DEL VESCOVA'



Carta Tabacco 024



  • Rif.7°Alpini (m 1502)

  • Biv.S.Lussato (m 1502)

  • Biv.U.della Bernardina (m 2320)

Itinerario:

Da Belluno - Case Bortot - sentiero 501 - sentiero 503-504 - Ferrata Zacchi.

Note:

  • Acqua,una fonte lungo il sentiero ed un'altra presso il rifugio 7°Alpini.

  • Sentiero,scorrevole e panoramico,difficoltà escursionistica .

  • Da segnalare,la Gusela del Vescovà in prossimità del Biv.U. della Bernardina e la cresta sommitale dello Schiara(m 2565).

  • Dal Biv.U.della bernardina si può proseguire ad anello-Ferr. A.Berti-Biv.del Marmol G.Bocco(m 2666),da qui si discende per la Ferr. Marmol fino all'attacco della Ferr.Zacchi.

Variante:

Itinerario:

Da dietro la stazione di Faè Fortogna,si segue in macchina una ripida e suggestiva strada a tratti sterrata.Si incontrano alcuni casolari e si parcheggia in prossimità di una casera e di un bivio,da qui si procede a piedi lungo il sentiero 505,sino al Rif.7°Alpini poi sentiero 503,Ferr. Zacchi fino al Biv.U. della Bermardina.

Note:

  • Acqua,rivolo d'acqua alla forcella Càneva e fontana al 7°Alpini.

  • Sentiero,il primo tratto si estende in una suggestiva valle poi si sale sulla For. Càneva molto ripida e franosa,Prestare attenzione.Si procede rapidi in una splendida e verde valle da dove si discende dalla Forc.Pis pilon verso il Rif.7°Alpini già visibile.

  • Da segnalare,questo itinerario risulta a nostro avviso molto più suggestivo del precedente,sia per la difficoltà che per le bellezze naturalistiche incontrate,quali camosci e stelle alpine in prossimità della forcella Pis Pilon.